V.V.B. : Emozioni e sorrisi alla grande serata nel nome del bene

V.V.B.: Emozioni e sorrisi alla grande serata nel nome del bene

Dietro ogni associazione di volontariato ci sono storie che meritano di essere raccontate. Storie di impegno e di generosità, ma anche di cambiamento, di idee e di sviluppo. Storie svelate ieri dall’epilogo di V.V.B., la «maratona del bene» messa in campo dai tre quotidiani del gruppo Athesis – L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi -, da TeleArena, Radio Verona e dalla concessionaria di pubblicità Publiadige, arrivata al gran finale con la diretta tv. I bresciani hanno avuto l’ultima opportunità di compiere un gesto importante a favore di chi si occupa della parte più «fragile» della comunità. Alla fine sono stati raccolti 52.531 euro che saranno devoluti alle associazioni indicate. I 15 «volti» delle associazioni che beneficeranno della gara di solidarietà ieri sera hanno portato la loro testimonianza e illustrato i loro progetti futuri. Un galà dell’altruismo impreziosito dalla presenza – in studio a Verona o in collegamento diretto dalle sedi di Vicenza e di Brescia – di personaggi importanti che hanno dimostrato di essere, quando serve, sempre in prima linea. Per il rush finale è stato chiamato uno che di «volate» se ne intende: Damiano Cunego, campione del mondo juniores di ciclismo nel 1999, che è sempre stato molto vicino al mondo del volontariato. «Per molto tempo parte del denaro che guadagnavo andava in solidarietà – ha rivelato -. Mi sono sempre speso in prima persona per aiutare le persone in difficoltà, e lo faccio ancora oggi». Dal ciclismo al calcio, con la presenza di Mimmo Di Carlo, allenatore del Chievo, «uomo di solidarietà», come ha sottolineato il conduttore Mario Puliero -, diventato un punto di riferimento nel mondo della disabilità grazie al centro sportivo per il tennis in carrozzina. «Fare del bene ha fatto del bene anche a me – ha spiegato Di Carlo, che si occupa anche dei niños del Perù -. Queste esperienze mi hanno fatto crescere, soprattutto a livello personale. C’è tanta gente che va aiutata, e anche le persone che fanno volontariato vanno aiutate». Jerry Calà ha invitato «tutti i cittadini di Verona, Vicenza e Brescia a dare il loro contributo», ma si è rivolto soprattutto agli industriali, «quelli che “i sghèi“ ce li hanno davvero», ha detto, ricordando poi un periodo della sua vita «quando mi sono trovato su una carrozzina e ho capito cosa significava davvero. Poi ne sono uscito, ma il mio pensiero va sempre a chi deve affrontare questo problema tutti i giorni». IN DIRETTA dalla redazione di Bresciaoggi, don Fabio Corazzina ha messo a fuoco alcuni aspetti. «Il primo è il passaggio generazionale. Il volontariato ha una caratteristica di età medio-alta. I giovani fanno esperienze di volontariato, ma dobbiamo chiarire bene se sono esperienze di volontariato o scelte di volontariato. Il secondo focus è quello del rapporto tra i bisogni delle persone ed il volontariato: dobbiamo stare attenti a mantenere aperto lo spazio sociale e politico del volontariato. A Brescia, che è una città piuttosto ricca, il dibattito su qual è il suo futuro rimane aperto. Spesso la persona fa qualcosa, ma viene fagocitata da un progetto che non è più suo». Sollecitato dal vice direttore di Bresciaoggi, Riccardo Bormioli, don Corazzina ha parlato anche del ruolo della Chiesa. «Restano aperte due o tre linee interessanti, a partire dal volontariato gratuito, che non vuol dire non professionale. Fanno le cose bene solo i professionisti o anche i volontari gratuiti? Secondo elemento: nella chiesa il volontariato di matrice evangelica è quello a favore dei poveri, degli stranieri, dei diversamente abili, degli ultimi. Il volontariato è stato coniugato con anni di obiezione di coscienza, quindi con la scelta di un servizio civile. Oggi quel percorso è stato un po’ snaturato, ma ha avuto una grande radice educativa, formativa e sociale, e dentro quella realtà sono nate figure politiche non indifferenti». L’assessore ai Servizi Sociali di Brescia Marco Fenaroli ha posto l’accento sulla redazione del «nuovo piano di programmazione dei servizi sociali. Nella “rete” intessuta da Comune, associazioni, organizzazioni e ordini professionali della sanità ragioniamo sulla realtà, che cerchiamo di conoscere per dare risposte concrete. Il volontariato è una componente essenziale, grazie alla generosità e all’impegno gratuito di chi offre la propria disponibilità. L’esigenza a Brescia è molto sentita: su 200 mila abitanti, quasi 60 mila sono pensionati, ed è forte la presenza di immigrati. Nel 2003 è stata fatta la prima esperienza di buon vicinato, una sorveglianza solidale verso le persone che vivevano sole. Ora vogliamo ricostruirla, anzi allargarla».

Pubblicato da associazionegratitudine

L’associazione gratitudine nata nel 2011 è riconosciuta associazione di promozione sociale; intende promuovere iniziative di solidarietà di auto-mutuo aiuto, fornire aiuto alle persone in stato di marginalità sociale lavorando in rete con i servizi presenti sul territorio, costruire ed elaborare insieme alle persone in stato di bisogno progetti individualizzati che mirano all’autonomia e alla valorizzaizone delle loro risorse.